LECTIO DIVINA SUL VANGELO domenicale - 9
11 dicembre 2016 – 3ª domenica di Avvento
Ciclo liturgico: anno A
Lo Spirito del Signore è sopra di me,
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annunzio.
Matteo 11,2-11 (Is 35,1-6 - Salmo: 145 - Gc 5,7-10)
Sostieni, o Padre, con la forza del tuo amore il nostro cammino incontro a colui che viene e fa' che, perseverando nella pazienza, maturiamo in noi il frutto della fede e accogliamo con rendimento di grazie il vangelo della gioia.
Spunti per la riflessione
Sicuri?
Sei tu quello che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?
Se ci fosse una classifica delle domande più impertinenti del Vangelo, questa vincerebbe un premio.
Giovanni il battezzatore è scosso.
Scosso dal suo destino. È gettato nel buio di una cella, nei fianchi della collina che sorregge l’arrogante palazzo estivo di Erode, a picco sulla valle del Giordano. È scosso perché le grazie acerbe di una spregiudicata adolescente hanno piegato la volontà di un pavido re incapace di gestire i propri ormoni.
È scosso soprattutto per le notizie che gli giungono da lontano.
Dalla predicazione del Nazareno.
Nessuna ascia. Nessun albero tagliato. Nessuna rivoluzione. Nessuna folla esaltata.
Niente.
Giovanni è scosso. E se si fosse sbagliato?
E quanta compassione suscita il dubbio di un profeta. Di quel profeta.
Eppure il più grande fra gli uomini è scosso dal dubbio. Quello bastardo, folle, inatteso.
Come quando hai passato la vita a fare il prete e ti chiedi se è stata davvero una tua scelta libera.
Come quando ti chiedi se il coniuge che hai accanto e che ti ha dato dei figli è la persona giusta.
Come quando vedi le cose in cui credi essere messe in discussione, e la grande opera pastorale che hai vissuto rasa al suolo dal successore del prete che ti ha insegnato Dio.
Come quando vedi i tuoi compagni di fede, lamentarsi gli uni degli altri e accusarsi, come scrive, caustico, Giacomo apostolo.
Se il più grande dei profeti ha avuto un dubbio così devastante, perché non io?
Sei tu?
Sei tu quello che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?
Questa storia che si incarta sempre negli stessi errori si può salvare?
Questo uomo che cresce in ogni conoscenza ma non nella saggezza, si può redimere?
E di più e peggio: questo Dio che si è svelato, alla fine, ha cambiato qualcosa?
Cosa stiamo per celebrare fra qualche settimana? Una innocua e insopportabile fiera della bontà?
Dubbi su dubbi. Dubbi che vedo diffondersi in questa lunga notte dell’uomo, in questa ipertrofia dell’anima.
Dubbi che mi vengono confidati da questo pulpito di byte, di persone belle, di chi ci ha creduto, di chi si è giocato fino in fondo.
Lo ha avuto Giovanni questo coraggio e lo abbiamo anche noi.
E se ci fossimo sbagliati?
Andate a dire a Giovanni
Gesù non dà una risposta ai discepoli del Battista. E nemmeno a noi.
Ci lascia nel dubbio. Ci obbliga a fare un salto. A vedere oltre.
E riprende la profezia di Isaia che abbiamo appena letto.
I ciechi vedono. I sordi odono. I muti parlano. I morti risorgono.
Sì, è vero. Ma quanti ciechi e sordi e muti e morti sono rimasti tali.
Nulla di eclatante, briciole, segni sfumati.
È lo sguardo che cambia.
Gesù non rassicura Giovanni. Non rassicura noi. Ci dice di spalancare lo sguardo.
Dice a Giovanni e a noi: guardati intorno.
Guardiamoci intorno e riconosciamo i segni della presenza di Dio: quanti amici hanno incontrato Dio, gente disperata che ha convertito il proprio cuore, persone sfregiate dal dolore che hanno imparato a perdonare, fratelli accecati dall’invidia o dalla cupidigia che hanno messo le ali e ora sono diventati gioia e bene e amore quotidiano, crocefisso, donato.
Guarda, Giovanni, guarda i segni della vittoria silenziosa della venuta del Messia.
Anch’io li ho visti, quei segni.
Anch’io ho visto la forza dirompente del Vangelo, ho visto persone cambiare, guarire, scoprire. Anch’io ho visto nelle pieghe del nostro mondo corrotto e inquieto gesti di totale gratuità, vite consumate nel dono e nella speranza, squarci di fraternità in inferni di solitudine ed egoismo.
Ho visto e vedo i tanti segni del Regno.
Cosa siete andati a vedere?
E Gesù rilancia.
Cosa siete andati a vedere?
Non dice a sentire. Perché Giovanni e la sua vita sono il suo annuncio e la sua profezia.
Perché le parole non bastano, non servono, a volte sono in contraddizione con quanto diciamo.
Giovanni no: è un profeta asciutto e rude, consumato dal vento e dal fuoco di Dio.
E questo fuoco si vede da lontano.
Di questo, forse, dovremmo preoccuparci. Diventare noi quella profezia.
Davanti ai tanti che si chiedono se dobbiamo aspettarne un altro, Gesù indica a Giovanni i tanti segni della presenza di Dio e ai suoi discepoli Giovanni, profezia vivente.
Poco meno di quindici giorni al Natale, per guardare oltre, altrove, riconoscere i segni, magari diventare segno di speranza per i tanti (troppi, sempre di più) che a Natale si sentono soli come cani.
E lo sono davvero.
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L’Autore
Paolo Curtaz
Esegesi biblica
L’INTERROGATORIO E LA TESTIMONIANZA SU GIOVANNI BATTISTA (11, 2-15)
Fra il discorso missionario e il discorso in parabole Matteo inserisce una seconda sezione narrativa. Già sappiamo la funzione di queste sezioni: l’evangelista è convinto che i discorsi di Gesù siano importanti, ma è altrettanto convinto che il messaggio del Regno non è una dottrina ma un evento, una storia.
Come già nella precedente sezione narrativa (cc. 8-9), anche qui si intrecciano miracoli, brevi insegnamenti, dialoghi e controversie: la gente, i farisei e altri gruppi giudicano Gesù, esprimono pareri sulla sua opera. Anche Gesù giudica loro, ed è un giudizio negativo: svela le profonde ragioni del loro dissenso e la gravità del loro rifiuto.
Agli inviati del Battista che volevano rendersi conto della sua messianicità, Gesù risponde con una serie di allusioni agli oracoli di Isaia, soprattutto al c. 61, un passo importante che ha già fatto da sfondo alle beatitudini. Gesù non risponde direttamente alla domanda degli inviati di Giovanni (“Sei tu colui che deve venire?”) ma rinvia alle sue opere (una storia che è sotto gli occhi di tutti) e alle Scritture (il passo di Isaia). Gesù enumera una serie di miracoli che lo mostrano non come giudice potente, ma come il portatore della grazia e della salvezza: “I ciechi recuperano la vista, gli storpi camminano…”. Fra essi vi è perfino la risurrezione dei morti, soltanto l’ultimo (“ai poveri è predicato il vangelo”) non è un miracolo, e tuttavia è forse il segno più specifico e decisivo: che Gesù sia l’inviato di Dio è provato dai miracoli, ma è la predilezione per i poveri (ammalati, peccatori, pagani) che rivela la novità della sua scelta messianica.
Dopo aver indicato i termini in base ai quali è possibile dare un giudizio su di lui (i miracoli, la scelta dei poveri e le Scritture), Gesù esprime il suo giudizio sul Battista e lo fa rivolgendosi alle folle. La grandezza di Giovanni non consiste solo nell’austerità della sua vita e nella fortezza del suo carattere, sta piuttosto nell’aver accettato il compito di preparare il terreno al Messia, cioè di essere stato il suo testimone. Giovanni è venuto per rendere testimonianza a Gesù: risiede qui tutto il suo significato e la sua eccezionale grandezza e Gesù gli fa un grande elogio: Giovanni è la figura più grande di tutta l’economia della legge e dei profeti, implicitamente Giovanni viene giudicato superiore persino a Mosè.
Giovanni, però, visse e operò prima della venuta del regno di Cristo, pertanto, anche il più piccolo nel regno, poiché riceverà la luce del vangelo e la potenza della fede, compirà opere più grandi di quelle di Giovanni.
Il cammino dell’Avvento 2016
ciclo liturgico: anno A
27 novembre 1ª domenica di Avvento
I Lettura: Is 2,1-5 Il Signore unisce tutti i popoli nella pace eterna del suo Regno.
Salmo: 121 Andiamo con gioia incontro al Signore.
II Lettura: Rm 13,11-14 La nostra salvezza è più vicina.
Vangelo: Mt 24,37-44 Vegliate, per essere pronti al suo arrivo.
4 dicembre 2ª domenica di Avvento
I Lettura: Is 11-1,10 Giudicherà con giustizia i miseri.
Salmo: 71 Vieni, Signore, re di giustizia e di pace.
II Lettura: Rm 15,4-9 Gesù Cristo salva tutti gli uomini.
Vangelo: Mt 3,1-12 Convertitevi: il regno dei cieli è vicino.
8 dicembre Immacolata Concezione
I Lettura: Gn 3,9-15.20 Porrò inimicizia tra la tua stirpe e la stirpe della donna.
Salmo: 97 Cantate al Signore un canto nuovo,
perchè ha compiuto meraviglie.
II Lettura: Ef 1,3-6.11-12 In Cristo Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo.
Vangelo: Lc 1,26-38 Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.
11 dicembre 3ª domenica di Avvento
I Lettura: Is 35,1-6.8.10 Ecco il vostro Dio, egli viene a salvarvi.
Salmo: 145 Vieni, Signore, a salvarci.
II Lettura: Gc 5,7-10 Rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.
Vangelo: Mt 11,2-11 Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?
18 dicembre 4ª domenica di Avvento
I Lettura: Is 7,10-14 Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio.
Salmo: 23 Ecco, viene il Signore, re della gloria.
II Lettura: Rm 1,1-7 Gesù Cristo, dal seme di Davide, figlio di Dio.
Vangelo: Mt 1,18-24 Gesù nascerà da Maria, sposa di Giuseppe,
della stirpe di Davide.